Anni particolari

Si stava lassù, al primo piano
Quelli tra il 1994 e il 1997 furono gli ultimi trascorsi a Palazzo Centrale, nel vecchio Istituto di Paleografia (al primo piano, accanto agli uffici del Rettorato). Qui a un certo punto arrivarono anche gli storici medievisti, a lungo ospitati in uno sgabuzzino dell'Istituto di Storia dell'Arte. I germanisti dovettero dunque abbandonare il loro spazio, affrontando un esilio (durato fino a tempi recenti) in studi ricavati da vecchi appartamenti proprio sopra la Pasticceria Vigoni. Soavi effluvi credo abbiano reso più gradevoli le loro giornate, anche se poi certe tentazioni vanno tenute al guinzaglio.

Traslocammo a San Tommaso durante le vacanze natalizie del 1997. Nuovi arredi e soprattutto connessione all'Internet. Mi appassionai alle nuove tecnologie. Mi sembrava ci fosse la possibilità di cambiare passo alla ricerca, sviluppare metodi innovativi, generare proficue forme di collaborazione. Nacquero così (nel 1999) Scrineum (oggi è una rivista solo on line, ma originariamente immaginavo un 'cantiere' molto più ambizioso) e subito dopo il Codice diplomatico della Lombardia medievale (CDLM), che per qualche anno ha contato su cospicui finanziamenti della Regione Lombardia, del Miur, della Fondazione Cariplo, dell'ateneo insubre. A quel progetto (un progetto di edizione digitale di fonti documentarie, accompagnato dalla messa a punto di un modello di codifica dei testi) collaborarono una dozzina di giovani studiosi, opportunamente formati. E, con Andrea Zorzi, organizzammo a Pavia tre settimane seminariali di laboratorio e formazione su Studi medievali e cultura digitale (2002, 2003, 2004) oltre a un workshop fiorentino.
Non che mi occupassi solo di questo, è ovvio. In quegli anni fui componente del Collegio dei docenti nei Dottorati di ricerca in Storia medievale di Firenze e poi di Milano; infine, del Dottorato in Storia di Pavia. E membro del Comitato scientifico dell'Istituto Storico Italiano per il Medioevo. Insomma, non mi mancava nulla.

L'impegno per definire modelli da applicare nell'edizione digitale dei testi documentari medievali mi costrinse a fare una cosa che detesto: ripetere (in seminari e convegni, in atti di seminari e convegni, in pubblicazioni di qualsiasi genere) sempre le stesse cose. A un certo punto mi sottrassi a questa routine, iniziai a declinare inviti, e cercai di concetrarmi su un nuovo obiettivo: una monografia sui falsi (Pavia è un ottimo laboratorio, di fonti e di storie). Impiegai qualche anno, certo. Ma alla fine il libro (Caritatis negocia e fabbriche di falsi) uscì, nel 2011. Fu presentato da Paolo Cammarosano il 31 maggio 2012, nel Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria di Pavia. Faceva già caldo, e trascorremmo poi una bellissima serata di chiacchiere seduti a cena nei tavoli esterni di un ristorante del centro.

Nel 2012 partecipai al concorso per l'Abilitazione Scientifica Nazionale, organizzato secondo nuove norme (fra le quali, i tanto discussi criteri bibliometrici, sui quali non ho nessuna voglia di soffermarmi). Fui abilitato, ero abile e arruolabile. Rinunciai, quando venne il momento, a far valere la mia 'abilità': temevo fosse messa al servizio della gestione universitaria, che stava procedendo (e tuttora procede) lungo canali (e secondo strategie) a mio parere sbagliati (e anche su questo non mi dilungo). Alcuni colleghi e amici considerarono folle la mia scelta: forse è vero. Di certo, fui coerente con me stesso.

Tutto nasceva da lontano. All'inizio del millennio vi fu la Riforma. Cambiarono gli ordinamenti didattici. Nacque il corso di laurea triennale in Scienze dei beni culturali (del quale fui per un triennio il presidente), e poi quello magistrale in Archivistica e Biblioteconomia (del quale fui sempre il coordinatore). Andavano a gonfie vele, finché l'ANVUR non decise una stretta sui requisiti per l'attivazione (e il mantenimento in attività) dei corsi di laurea. La chiusura di quelle esperienze coinvolse anche il progetto sul Codice diplomatico, che non ebbe più un buon bacino per il reclutamento di giovani studiosi, il che rendeva anche superflua la caccia al foraggio. Nel frattempo, del resto, era cambiato tutto. Anche il Dottorato divenne qualcosa di diverso da quel che era sempre stato. Insomma, tutto l'entusiasmo degli anni a cavallo del 2000 si esaurì intorno al 2012. Grosso modo sì, direi verso la fine del 2012.

Di lì a poco abbandonai anche la direzione di Scrineum Rivista, iniziai a concentrarmi soprattutto sulla didattica (maturando un certo inimmaginabile interesse per la storia della scrittura, accademicamente più nota come Paleografia latina) e tornai a preferire la solitudine del lavoro, trovando qualche pista nuova e diversa da quelle fin lì esplorate. 


Credits: Ettore Cau, Aldo A. Settia, Gianni Francioni, Massimo Miglio, Attilio Bartoli Langeli, Mino Fissore, Dino Puncuh, Antonella Rovere.
Compagni di avventura: Antonella Ghignoli, Antonio Olivieri, Francesca Santoni, Cristina Mantegna, Gianmarco De Angelis, Marco Palma, Marilena Maniaci, Cristina Carbonetti, Laura Pani, Andrea Zorzi, Roberto Delle Donne, Pietro Corrao, Simone Albonico, Simone Merli, Daniela Rando, Roberto Grassi, Maurizio Savoja, Paul Gabriele Weston, Marina Gazzini.
La squadra del CDLM: Ada Grossi, Valeria Leoni, Gianmarco Cossandi, Gianmarco De Angelis, Marta Mangini, Rita Pezzola, Patrizia Merati, Mirella Baretta, Ester Bucchi de Giuli, Simone Merli, Andrea Bedina, Irene Rapisarda.