Sbarcare il lunario

I miei anni di precariato post-laurea sono stati pochi: nemmeno dieci.

Il lunario si sbarcava abbastanza bene con le borse di studio: all'inizio, ovviamente, quella del Dottorato (1986-1988), che all'epoca fruttava 10 milioni di lire annui; con tutti quei soldi affittai un monolocale a Milano, in via Tolstoj 40, davvero minuscolo ma con un bagno enorme e un bel balconcino. Lì mi rubarono due o tre biciclette (era successo anche a Pavia, da studente), ma vivere a Milano consentiva di frequentare archivi e biblioteche (persino la Biblioteca Ambrosiana, dove occorreva stare attenti a non respirare troppo rumorosamente: i dottori-custodi vegliavano sul silenzio in sala e cacciavano senza troppi complimenti quelli che pretendevano di scrivere i loro appunti usando una penna a biro in luogo di una innocua matita) ottimizzando i tempi; e poi c'era tutto il resto. 

Finito il dottorato, iniziò la giostra delle occasioni (1989-1994). Si proseguiva nell'attività di ricerca grazie alla generosità degli sponsor: l'Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara e l'Università Statale di Milano.

Vero colpo di fortuna fu il conseguimento di una borsa di studio al Deutsches Historisches Institute di Roma (foto): trasloco, e poi sei mesi da sogno nella capitale (1991, giugno-novembre). Trovai un appartamento abbastanza vicino all'Istituto, proprietà di una matura signora sbucata dal sottobosco andreottiano che trascorreva le giornate scorrazzando per la capitale in Cinquecento onde riscuotere i censi dei suoi credo numerosissimi immobili. La casa era al pianterreno, un bilocale con giardino incolto ma fresco. Ah, tra le cose belle del DHI vi era certamente lo stipendio: oltre due milioni e duecentomilalire mensili. Finita quella pacchia, dovetti aspettare quasi dieci anni per rivedere un cedolino altrettanto ricco. Poi naturalmente la biblioteca, tutta accessibile, sopra e sotto; uno studio 'mio', colleghi e personale, un direttore affabile, tornei di ping-pong. La Vaticana e l'Archivio Segreto a non molte fermate di autobus. Attraversare Piazza San Pietro tutte le mattine.

Tornato a casa, iniziò il post-dottorato. I miei interessi di ricerca presero una direzione definitiva, che poi ebbe diversi sviluppi. Licenziai per la stampa i libri su cui avevo a lungo lavorato, gli articoli su cui avevo a lungo meditato, e infine - il 16 novembre 1994 - presi servizio come ricercatore universitario. A tempo indeterminato. Ma, prima del concorso (che si svolse nel settembre di quello stesso anno), avevo sostanzialmente trovato lavoro presso la Meravigli (libreria e casa editrice milanese): mi sarei occupato della pubblicazione di libri scolastici - edizioni commentate per i ragazzi di Pirandello, Manzoni, Verga. Ero abbastanza eccitato alla prospettiva, poi quella che si spalancava a Pavia mi parve decisamente più in linea con i miei interessi (e con ciò che, bene o male, avevo già imparato a fare).


Credits: Ettore Cau, Giorgio Chittolini, Amedeo Quondam, Arnold Esch.
Compagni di avventura: Gianluca Battioni, Marzia De Luca, Marco Pellegrini, Andreas Rehberg, Michael Matthaus, Andreas Meyer, Anna Esposito, Luciano Palermo, Ivana Ait, Ulrich Schwarz, Brigide Schwarz, Andreas Sohn, Rolf Petri, Brigitte Hotz.