Tournée

"Il professore va al congresso": certo, è il titolo di un famoso best-seller, c'è qualcuno che non lo ha letto? Io non mi sono sottratto (se non in alcune, ma non pochissime circostanze) a questo effetto collaterale della professione: l'essere pronti a mettere il guardaroba in valigia per recarsi di qua e di là, in città e luoghi anche lontani o molto lontani, per restarci alcuni giorni, ascoltare interventi, intervenire, intrattenere relazioni sociali, discussioni e così via. Sono relativamente sedentario, e quindi non ho mai amato girovagare per produrre chiacchiere. Tuttavia, ho dovuto farlo. Talune esperienze, va detto, sono state interessanti.

Poiché non ho più molti ricordi e sufficientemente precisi e documentabili di trasferte degli anni '80 e '90 (ma il primo rencontre cui partecipai da relatore si svolse all'inizio di ottobre del 1987), mi piace iniziare da un 'colloquio' nell'ambito degli Archimeetings, incontri organizzati dalla sezione toscana dell'ANAI (Associazione Nazionale Archivisti Italiani). A Firenze, il 14 febbraio 2007, mi recai per discutere (presente l'autore) un libro (allora) recente di Maurizio Ferraris, dedito a studi di ontologia sociale (ontologia della documentalità). Il titolo del libro era accattivante: Dove sei? Ontologia del telefonino. E interessante quello del meeting: "Anche il telefonino è un archivio? Il ruolo di documenti e archivi nella nostra società". Non so bene perché mi avessero invitato. Forse perché, benché medievista, mi occupavo da qualche anno di testi e archivi digitali. A ogni modo, preparai un testo che rimase poi inedito e rendo disponibile qui 

Non andai invece a Bologna tra il 19 e il 21 novembre 2009, dove ero stato invitato per intervenire al Workshop “Pubblicazione di fonti e ricerca storica” nell'ambito della Seconda Conferenza Nazionale degli Archivi. Ero infatti e contemporaneamente impegnato a Roma, come docente della Scuola Nazionale per l'edizione delle fonti documentarie. Ma stesi un testo (anch'esso inedito: l'ho poi in parte riciclato in altre circostanze) e un amico lo declamò (spero senza sbagliare le pause) al mio posto.

E non andai a Cividale del Friuli, nell'ottobre del 2006, al convegno dell'AIPD (Associazione Italiana Paleografi e Diplomatisti: ne sono stato membro per pochissimo tempo, trovandomi sempre in disaccordo con le strategie dell'Associazione e soprattutto di alcuni suoi Presidenti): dovevo presentare una relazione sui notai in età carolingia, sgombrando un secolo di bibliografia da luoghi comuni e interpretazioni sbagliate. Ma stava per nascere mia figlia e rinunciai al viaggio: consegnai però il mio testo per la pubblicazione negli atti (vedi in Prodotti l'informazione bibliografica completa).

Non andai nemmeno a Magdeburgo (e come ci arrivo a Magdeburgo, pensavo, io che ho il terrore degli aerei?) nel 2011: ma preparai il testo, un'amica-collega avrebbe dovuto leggerlo, ma le cose (seppi poi) andarono per le lunghe e fui cancellato dal palinsesto, ritornandoci quando (a distanza di parecchi anni) il relativo volume fu dato alle stampe (vedi  in Prodotti l'informazione bibliografica completa).

Mi presentai regolarmente invece a Monaco di Baviera nell'ottobre del 2004, per partecipare a un seminario internazionale sulla codifica dei testi documentari (qui il mio intervento). Bella città. Anche se l'amica-collega che venne con me, a un ristorante della stazione bavara, appena sbarcati dopo un infinito viaggio ferroviario, si sbagliò e mi ordinò un piatto di pesce anziché di carne. E io detesto il pesce, maledizione!

In quegli stessi anni, grosso modo, fui invitato a tenere corsi (più o meno lunghi) e seminari sul metodo dell'edizione digitale in varie università: Genova, Insubria (Como-Varese), Milano Cattolica, Venezia; a Roma (École française). Ricordo che dall'ultima lezione tenuta a Como tornai il 29 giugno 2000 appena in tempo per assistere alla semifinale del campionato europeo di calcio, tra Italia e Olanda. Per cena mi presi una enorme vaschetta di gelato, che durò tutta la partita - supplementari e rigori compresi. 

Trascorsi il dicembre del 2010 a Siena, per un corso da tenere presso la Scuola Superiore di Santa Chiara - ancora e sempre sull'edizione digitale delle fonti documentarie. Gli studenti (che poi erano per lo più dottorandi) bravissimi, la città meravigliosa. Uscivo la mattina presto per passeggiare e fare colazione. Unico inconveniente: il ritorno a casa dopo l'ultimo giorno di lezione. Prese a nevicare (era la mattina di sabato 18 dicembre); il mio treno partiva per Firenze intorno a mezzogiorno, e fu difficile raggiungere (in taxi) la stazione. Lunghissimo poi, il viaggio: il convoglio si fermò a Rifredi verso sera, Santa Maria Novella era bloccata, e dunque - a piedi - mi diressi verso il centro, dove alcuni cari amici fortunatamente potevano ospitarmi per la notte.

Per uno come me, che non si diverte a viaggiare, sono benvenute le circostanze in cui a un convegno o a un seminario ci si può recare pedibus calcantibusÈ quel che per esempio accadde il 27 febbraio 2010: mi era stata affidata la relazione di apertura di un convegno santagostiniano. Location: la sacrestia di S. Pietro in Ciel d'Oro, Pavia. Parlai del corpo di sant'Agostino nelle carte del monastero, e della fantastica vicenda delle reliquie. Non consegnai il testo per gli atti, perché bene o male il tema confluì in Caritatis negocia. Tuttavia, lo tengo in archivio, qui.

Sempre a Pavia, nel 2016, partecipai alla III edizione dei Cantieri di Primavera, iniziativa promossa da giovani ricercatori del mio Dipartimento: da quell'intervento - pomposamente intitolatoL’Istoria a soquadro”: (ir)responsabilità dell’editore ed edizioni (non sempre) critiche - sortì a distanza di anni un articolo che si può scaricare da qui.

Ma molto tempo prima, all'inizio di ottobre del 1988, durante le Olimpiadi di Seul, fui invitato a relazionare sull'elevazione di Vigevano a città e a sede diocesana (accadde nel 1530). Le mie chiacchiere furono purtroppo interrotte da un allarme bomba: la sala consiliare del Comune fu evacuata, e alla ripresa dei lavori l'attenzione dell'uditorio era un po' distratta. A ogni modo, quel contributo divenne un corposo articolo pubblicato da Franco Angeli nel 1992.

Ometto di evocare nei dettagli altre trasferte (commissioni di concorso, collegi di dottorato, presentazioni di libri e progetti altrui) legate a qualche sorta di performance (menziono solo San Miniato per i seminari sulle fonti: 2007 e 2017). Mi piace invece ricordare (erano i primi anni '90) una settimana trascorsa a Parigi per ricerche agli Archives Nationales. Lì c'era roba che mi serviva, ma che l'ottimo Bonaparte aveva sottratto alla sua sede naturale guardandosi poi bene dal restituirla. Erano registri dell'amministrazione finanziaria pontificia prodotti nella seconda metà del XV secolo. 
Ero già stato a Parigi, ma senza mai poterci rimanere così a lungo.


Credits: Giorgio Chittolini, Gian Maria Varanini, Stefano Vitali, Roberto Delle Donne, Roberto Greci, Caterina Tristano, Claudia Storti Storchi, Antonella Rovere, Dino Puncuh, Maria Pia Alberzoni, Giancarlo Andenna, Massimo Miglio, Attilio Bartoli Langeli.