Scrivere

Ovviamente dire cose non banali al riguardo è difficile. Scrivere: perché, quando, come, cosa? Domande sempre fatte a chi scrive, e che chiunque scriva si è già posto. Ciascuno tuttavia ha il suo perché, il suo quando, il suo come, il suo cosa. Magari anche il suo dove. Personalmente, non ho mai avuto un perché, un cosa, un dove preferito. Quanto al processo che innesca la scrittura (non, ovviamente, quella professionale) posso dire che per me coincide (o coincideva) con qualcosa di simile all'imitazione, all'emulazione. Mi viene, forse anzi mi veniva voglia di scrivere quando leggevo molto. E scattava qualcosa che definivo una sorta di sindrome di Gurdulù.

Naturalmente ho cominciato abbastanza presto, non prestissimo: poco dopo i 20 anni. A mano, in bella scrittura, su quaderni che temo di aver perso. Racconti brevi, brevissimi. Orrendi, con ogni probabilità. Più avanti, dopo essermi bevuto in poche settimane tutta l'opera di Beckett, buttai giù una commedia surreale, stavolta battuta a macchina. E poi ancora, nel 1990 e dopo aver tracannato (nell'estate post-mondiale) Iliade, Odissea ed Eneide, toccò a una commedia radiofonica, parodia dei talk-shaw calcistici allora di moda: solo che, presenti in studio, erano i protagonisti delle vicende omeriche e virgiliane. Robaccia.

Nel 1993 mi sembrò di iniziare a fare sul serio. Una serie di racconti, ruotanti intorno a un nome (solo un nome, non un profilo, un carattere, non un 'personaggio'). Storielle surreali, con qualche debito (forse molto) per le geometrie di Calvino. Titolo: Il ladro e la stampante a ventiquattro aghi. Presuntuosamente, lo mandai a qualche editore, senza ricevere risposta o ricevendo risposte negative.

Fu però un passo avanti. Nell'estate del 1997 conclusi una nuova serie di racconti, ispirati dall'imminente ingresso nel terzo millennio. A un'amica - affermata traduttrice di letteratura in lingua tedesca oltre che scrittrice e poetessa - piacquero; li propose all'editore Casagrande e (dopo l'uscita parziale su un fascicolo di Idra, rivista letteraria di Marcos y Marcos) vennero pubblicati nel 2003, col titolo Ultimi messaggi cifrati. Purtroppo ne esclusero due che ritenevo fondamentali nel mio discorso. Pazienza.

Altre cose, prima e dopo, avevo buttato e butterò giù. Ma, a quel punto, la sfida con me stesso era banale. Scrivere un romanzo; anzi, riuscire a scrivere qualcosa che potesse essere definito un romanzo. Capitò, senza che vi fosse un progetto preciso. Appunti cresciuti nel tempo, fino al formarsi di un'idea, una struttura, un 'senso'. E a un certo punto il classico rush finale. Il lavoro compiuto, gli amici con qualche entratura che apprezzano, la difficoltà di interessare un editore. Lo trovai, stipulando un contratto che mi obbligava a comprare qualche decina di copie abbassando la percentuale delle royalties. Ovviamente le vendite devono essere state irrisorie (non ho mai visto un cent), ma poco importa. Come gli elefanti di Annibale: questo il titolo del romanzo, dato alle stampe nel 2017.

Ma c'è anche un filone di testi e racconti (editi e inediti) che ho dedicato al calcio, passione di sempre cui non sono mai davvero riuscito a dire addio. Anzitutto, dal 2012, Eupallog, un (non)blog costruito insieme a un amico e collega ed enciclopedicamente dedicato alla storia e alle culture del football: qui, miracolosamente, attitudine alla ricerca e divertimento nella scrittura hanno reagito (per noi) entusiasticamente. Siamo andati avanti per un pò, poi ovviamente è subentrata la stanchezza. Ma dai testi prodotti per Eupallog mi è nato un altro libretto, sottoposto a un editore romano (Eraclea) alla ricerca di opere sul calcio (vi fu una vera e propria call for paper). Titolo: Lenta può essere l'orbita della sfera (2016). Modello: Eduardo Galeano (El fútbol a sol y sombra).

Infine, come effetto collaterale dell'esperienza di Eupallog, io - di antica 'fede' milanista - fui reclutato per la stesura di un libro progettato da Hoepli per celebrare i 120 anni trascorsi dalla fondazione del club: 1899. A.C. Milan: le storie. Scrivere, scrivere di calcio, scrivere sul (e del) Milan: cosa si può desiderare ancora? 


Credits: Anna Ruchat, Marco Filacchione, Clelia Martignoni, Silvana Borutti, Gino Cervi.
Compagni di avventura: Andrea Zorzi, Elisabetta Verri, Gianni Sacco, Claudio Sanfilippo.