Alla fine delle fini

Il pezzo trae ispirazione da una quartina di Patrizia Valduga (Quartine - Seconda Centuria, 106).
La versione più risalente (un po' 'orchestrata') era rimasta nel Korg, dal quale l'ho estratta nel 2009. Eccola.





Preferisco quella rifatta nel 2018, solo chitarra e voce, un filo rap. Più ruspante, anche se ci sarebbe stato da lavorarci ancora su.
Il testo sotto la finestra del video.



Alla fine delle fini


che coincidenza hai viaggiato insieme a me
con l’avvertenza di tenermi lontano da te
ma la distanza assomiglia a un filo di lungimiranza
che scorre e finisce da te
con noncuranza lo tiri fino all’altro capo di Buona Speranza
così com’è
la circostanza che rende l’uomo ladro
è l’uguaglianza che ti rende diversa da me

con padronanza attraverso la città
è già abbastanza saperti a due isolati più in là
passi di danza nel parco comunale
indifferenza di gente che nuota in città
con esperienza riavvolgi il filo fino a un punto di desistenza
e poi ridi perché si sente
in bassa frequenza il battito di una strana interferenza
una voce che ride di te e di me

tutto nel cuore
e tutto il cuore in tutto
sarà così alla fine delle fini
il cuore sparpagliato dappertutto
senza più notti senza più mattini

con discrezione cammini in mezzo ai miei quartieri
varcando confini segnati da cenere semafori e pensieri
con attenzione raccolgo sguardi e segnali speciali
disorientato da traiettorie di coriandoli e pugnali
con imprudenza mi baci e poi mi dici abbi pazienza,
non è che volessi davvero te
la differenza è avere un filo meno di impazienza
ma è un filo che non appartiene a me

in ambulanza abbandono la città nella speranza
di svegliarmi due notti più in là
ma la distanza assomiglia a un filo di lungimiranza
che gira e si attorciglia da sé
con pertinenza riprendi il filo da un discorso di emergenza
e poi ridi perché si sente
in lontananza nella musica una strana interferenza
una voce che ride di te e di me

tutto nel cuore
e tutto il cuore in tutto
sarà così alla fine delle fini
il cuore sparpagliato dappertutto
senza più porti senza più destini