Siddharta

Quelli della mia generazione, intorno ai 20 anni, si sono bevuti tutti i romanzi di Hermann Hesse. Parevano meravigliosi. Oggi ho parecchi dubbi al riguardo. A ogni modo, non feci eccezione alla regola, e non potei esimermi dal mettere giù una canzone ispirata al (credo) più famoso di essi.
Naturalmente non ho registrazioni risalenti.
L'ultima, del 2019, è questa, una 'canzone del capotasto'.




Quelle precedenti sono del 2016, quando ripescandola dalla preistoria ho provato a suonarla con la Yamaha vecchia. Due versioni leggermente diverse, le lascio qui entrambe, sebbene non siano davvero commestibili.
Il testo sotto la finestra dell'ultimo video.





Siddharta

a più di una fonte ho dovuto chinarmi
se più di una sete ho dovuto calmare
ma ricordo un ruscello che volle ingannarmi
la sua acqua mi offriva
sostando tra i sassi
e all'improvviso fuggiva
schiumando di gioia

divertito o deluso lo seguivo più in là
tra i fiori e le ortiche
giù verso la valle
lo smarrivo nel bosco
lo ritrovavo alle spalle
si fermava un momento
mi chiamava cantando
e un attimo dopo stava ancora fuggendo
e un attimo dopo stava ancora fuggendo

ormai stanco e ferito mi fermai a meditare
con quale segreto mi facesse soffrire
lo sentivo lontano chiamarmi e cantare
ma mi accorsi stupito
come in sogno credete
per chissà quale ragione
non avevo più sete

così triste o felice ritornai a camminare
ritornai alla mia terra
ripartii un anno dopo
tanto tempo è passato
molte cose ho capito
ma soltanto un segreto non vi posso svelare:
come un uomo assetato ho potuto ingannare