Nostós - Il ritorno di Ulisse

Quante canzoni ci sono sul tema? Non poche, credo. A me è uscita un po' melensa. Ne avevo registrata subito - con mezzi poco raffinati - una versione sommessa, che forse era la migliore (e infatti l'ho persa). 

Una seconda è del 1998 (19 aprile, per la precisione). Eccola.




Poi, dal 2009 in poi, ci sono tornato su regolarmente, senza mai riuscire a trovare una soluzione che mi convincesse.

Eccone una, in formato MP3.




Su YouTube ha una discreta fortuna, forse casuale: vai a sapere quanti davvero la ascoltano.
A ogni modo, non potevo non usare come 'copertina' un'immagine di Bekim Fehmiu e Irene Papas (Ulisse e Penelope), protagonisti del leggendario sceneggiato prodotto dalla RAI negli anni '60. Forse sono loro ad attirare i navigatori del Tubo.
Il testo sotto la finestra del video.





Nostós - il ritorno di Ulisse

lui parla sottovoce da lontano
e la sua voce è come un cane randagio
come una barca che si vede appena
come una luna sull’altalena
sospesa sul bordo di un’onda marina
trattiene il respiro per seguire con dolcezza la sua cantilena
lei canta e mentre canta si è assopita
lui prende la sua mano e
sussurra ‘bentornata nella mia vita, bentornata’

lei dorme ancora e sogna di far l’amore
con quest’ombra mattutina
di questi occhi senza colore venuti da una gelida avventura
di giorni che profumano di pulito
di tutte le notti e di tutti i giorni
di incantesimi fughe ricordi di giorni perduti senza desideri
e se non ascolterà le sue parole
se il male non le scivolerà via dal cuore
allora chissà
dove il vento si poserà
dove si perderà
dove si riposerà

sei tu la notte che brucia
sei tu questo cielo caduto su di me
sei tu la donna che mi amerà
o sei tu la guerra che mi ucciderà

lei socchiude gli occhi e si muove piano
come per lasciare che il mondo senta su di sé
tutto il peso di questo abbandono
di questa illusione svanita della sua tristezza infinita
di cui profumano le notti e i giorni
trascorsi da sola con questa ferita
ma lui non è solo il pensiero di ogni mattina
è nella sabbia nelle onde
che da sempre rimbalzano sulla riva
lui è il cemento di questa casa
è la paura che si allontana
è la tempesta sempre più vicina
lui è quest’ombra mattutina

e lei ascolterà le sue parole
e il mare lo depositerà sul suo cuore
e allora chissà
forse il vento si poserà 
il cerchio si chiuderà
e lei lo riconoscerà

sei tu la notte che brucia
sei tu questo cielo che cade ancora su di me
sei tu questa nave che arriva
sei tu questo fuoco rappreso dentro di me
sei tu i miei occhi sei tu le mie mani
sei tu le mie labbra la mia pelle di oggi e di domani
sei tu questa pace che risale
sei tu questa casa da riconquistare
questa notte da riposare