Nell'ora più bruna

Quando trascorsi alcuni mesi a Roma, nel 1991, qualcuno mi prestò un libretto di poesie. Nonostante le mie ricerche, a distanza di anni non so più dire chi ne fosse l'autore. Di quella raccolta, tuttavia, scelsi questa e ne feci una canzoncina di non grande momento.
La registrazione è del 2016. 



Ma sussiste anche la prima versione, registrata nel 1992 (il titolo allora era Appo Happo: mah!). Eccola.
Testo sotto la stringa audio.






Nell'ora più bruna

Appo Happo non più alto di un tappo
comprò una mattina la foto di un cuore
uscì sulla luna nell’ora più bruna
guardò giù di sotto e in un solo momento
mandò sulla terra quel suo dolce tormento

il cuore ondeggiò lassù in mezzo al nulla
e nell’altro momento trovò come culla
una stella un balcone e ancora una stella
picchiò forte quel cuore sull’unico vetro
dell’unica casa dell’unico amore
rimase due giorni davanti a quel vetro
finché un soffio di vento non lo portò indietro

volò ancora per tetti ed antenne
volò ancora per prati e bicocche
volò ancora per muri e colori

finché libero e stanco quel cuor di cartone
cadde alla fine e combinazione
davanti a un cuore di un altro colore
parlarono piano di morte e di amore
per venti minuti o forse per ore
parlarono attenti a non fare rumore

finché senza scarpe su un raggio di sole
scapparono insieme volarono via
finché non fu buio
sulla Lombardia

Appo Happo non più alto di un tappo
smarrì una mattina la foto di un cuore
uscì sulla luna nell’ora più bruna
guardò giù di sotto e in un solo momento
volò sulla terra
col suo dolce tormento